Ucraina, ANED lancia l’allarme: migliaia di nefropatici in fuga, coordinare l’accoglienza nei centri dialisi

Il presidente dell’Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e trapianto, Vanacore, invita tutti i medici a mappare i posti liberi nei reparti per prendere in carico gli ucraini in fuga, affetti da malattia terminale dei reni, nel più breve tempo possibile.

Milano, 22 marzo 2022

Nella corsa contro il tempo per salvare quante più vite umane possibili tra gli ucraini in fuga dalla guerra, si aggiunge una ulteriore emergenza. Quella rappresentata dalle migliaia di ucraini affetti da malattia renale cronica e in dialisi, che in questo momento non hanno garantito l’accesso alla terapia dialitica in patria, a causa di continui sbalzi nelle forniture di energia elettrica e acqua.

Un’emergenza nell’emergenza sulla quale Aned, l’Associazione Nazionale Emodializzati, Dialisi e Trapianto ha deciso di accendere un riflettore.

“In questi giorni si è molto parlato dei malati cronici – sottolinea il presidente di ANED, Giuseppe Vanacore – e ogni sforzo deve essere fatto per salvare vite umane. Ma non si deve assolutamente sottovalutare la malattia terminale dei reni. La dialisi è una terapia indifferibile, senza la quale la persona malata è destinata a sicura morte in pochissimo tempo. Ecco perché l’Italia deve fare ogni sforzo possibile per organizzare un servizio di assistenza immediata per tutti i nefropatici in arrivo dai territori di guerra”.

Un pensiero condiviso anche dal dott. Giuseppe Rombolà ex Presidente della SIN Lombardia: “Non possiamo assolutamente trascurare la gravità della situazione. I pazienti nefropatici, che arriveranno in Italia, potranno contare sulla disponibilità di tutti i nefrologi e su una solida rete nazionale di cure garantite dal Servizio Sanitario Nazionale. Ma è importante che tutte le azioni siano coordinate”.

Il primo passo è quello di effettuare una ricognizione delle disponibilità dei posti liberi in dialisi da parte dei medici nefrologi e delle aziende sanitarie, così come è essenziale creare un database con i contatti di tutti coloro che sono disponibili ad offrire l’accoglienza.
Tutti i dati che giungeranno alla sede nazionale ANED saranno trasmessi alla Centrale Sanitaria della Protezione civile di Pistoia, con la quale l’ANED collabora in presenza dell’emergenza dettata dalla guerra.

“Abbiamo una rete di soci che sono a loro volta volontari pronti a cooperare in tutti i territori – sottolinea Vincenzo Irace, vice Segretario nazionale di ANED ex coordinatore dei Vigili del Fuoco della Lombardia – Chi conosce la gravosità della malattia è schierato naturalmente dalla parte della solidarietà”.

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