Un gruppo di 16 atleti parteciperà per ANED ad una delle manifestazione di endurance (resistenza) più importante in Italia, la 24 ore di Roma all’interno dell’autodromo di Vallelunga.
Il circuito verrà chiuso ai motori e, per due giorni, il weekend del 15 e 16 luglio, darà spazio a moltissimi atleti che si sfideranno sui pedali lungo i circa 4.085 metri del tracciato capitolino.
Roma XXIVh è un evento unico nel suo genere. Nasce dal sodalizio professionale tra Emiliano Cantagallo, volto noto al cicloturismo nazionale, creatore del primo albergo al mondo solo per ciclisti “Pendenze Pericolose”, e Giancarlo Fisichella, ex pilota di Formula 1, attualmente pilota Ferrari ma anche ciclista appassionato.
Roma XXIVh racchiude 4 eventi incentrati sul mondo della bicicletta.
Come nella scorsa edizione, anche quest’anno atleti dializzati, trapiantanti e ciclisti amatoriali provenienti da tutta Italia, si uniranno per pedalare e tentare di raggiungere un chilometraggio importante pari a 3480 km, cioè la distanza percorsa durante tutto il giro d’Italia, che i ciclisti professionisti affrontano in poco meno di un mese attraversando tutto il Bel Paese.
Al termine delle 24 ore di gara, si farà il conteggio dei chilometri percorsi da ogni atleta, e la sfida sarà quella di raggiungere o superare i 3480 km come somma tra i chilometraggi di tutti i partecipanti. Un obbiettivo non facile per il team composto da 16 atleti, di cui 7 trapiantati, 1 dializzato e 8 ciclisti amatoriali amici che sostengono e portano nel loro cuore la causa di ANED.
In questa sfida, il team ANED avrà alla guida un capitano d’eccezione (anzi, un colonnello) come Carlo Calcagni che ha saputo affrontare ostacoli impossibili, superando barriere e imprevisti che la vita ha a lui riservato. Per questo, insieme a noi, ci sarà anche il suo motto a spronare gli atleti al circuito di Vallelunga: “MAI ARRENDERSI”.
Uno dei messaggi che questa squadra vuole divulgare è, inoltre, l’importanza della donazione degli organi, un gesto d’amore e di solidarietà sociale che può salvare molte vite, oltre che portare alla luce la testimonianza della rinascita vissuta dalle persone dopo aver ricevuto l’organo.
Ma questo evento sarà anche una ulteriore evidenza di come lo sport e l’attività fisica possano essere davvero essere mezzo di benessere psico-fisico per i pazienti trapiantati e dializzati, uno strumento terapeutico che deve essere considerato alle stregua di un vero e proprio farmaco, in grado di migliorare la salute delle persone, di garantire il pieno successo del trapianto, sia prima che dopo l’intervento, e migliorare l’efficacia delle altre terapie più strettamente mediche.