Guerra in Ucraina: ANED si unisce all’appello per aiutare i pazienti dializzati e trapiantati

ANED vuole esprimere la propria disponibilità a supportare, con spirito di collaborazione, ogni azione che Voi riterrete opportuna a sostegno dei pazienti, anche nell’attivare corridoi umanitari per garantire loro le cure di cui hanno bisogno per vivere“.

Con queste parole il Presidente ANED, Giuseppe Vanacore, si è rivolto ieri al Ministro degli Esteri, al Ministro dell’Interno e al Ministro della Salute, in una lettera aperta sull’emergenza sanitaria in corso in Ucraina, in concomitanza con lo stato di guerra in corso.

Nel Paese vivono circa 10.000 pazienti dializzati, che in questi giorni, in aggiunta alle sofferenze e al terrore causati dagli attacchi militari, non hanno più accesso alle cure dialitiche necessarie per la loro sopravvivenza.

La dialisi, infatti, per essere svolta ha bisogno di corrente elettrica e di acqua, che in molte città ucraine non sono più disponibili. I Paesi limitrofi, come la Polonia, la Slovacchia, la Romania e la Moldavia, stanno già accogliendo i profughi che arrivano dall’Ucraina bisognosi di cure. Ma la maggior parte sono ancora in Ucraina, impossibilitati a spostarsi proprio dalla necessità di svolgere la dialisi con costanza e continuità.

Una vera emergenza nell’emergenza, che tutta la comunità internazionale del settore nefropatico e trapiantologico ha portato all’attenzione delle Istituzioni.

La Società Italiana di Nefrologia ha inviato in questi giorni una lettera alle autorità italiane, offrendo il supporto dei nefrologi a prendersi cura dei pazienti ucraini che dovessero arrivare in Italia.

EKHA and EKPF (European Kidney Health Alleance e European Kidney Patient’s Federation, due organismi internazionali di cui ANED fa parte) hanno scritto, invece, alle competenti Commissioni del Parlamento Europeo.

Nel testo, è stata riportato un elenco di priorità sanitarie che si richiede vengano garantite, tra cui voli per trasportare in altri Paesi i pazienti dializzati che non possono essere curati in loco; equipaggiamenti per la telemedicina, dove possibile applicarla, e l’accesso gratuito alle cure per i rifugiati.

“Apprezziamo la consegna dei beni di assistenza, comprendenti beni di assistenza medica essenziale, tramite il meccanismo di protezione civile dell’UE. Questa rapida
reazione dei leader dell’UE dimostra che i nostri valori europei di unità e solidarietà rimangono più forti che mai.

ANED non può che condividere appieno questo comune sentimento di unione e solidarietà, al quale affianca, insieme agli altri attori del sistema, il proprio supporto pratico ad ogni azione volta a garantire la sicurezza dei pazienti.

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