
Il 43° Congresso della SIAN (Società Italiana di Nefrologia) sta giungendo al termine. Questo evento rappresenta un’importante occasione per riflettere sulle sfide e le opportunità che caratterizzano l’assistenza ai pazienti affetti da malattie renali, per questo motivo ANED non poteva mancare, come ogni anno.
La nostra Associazione è stata rappresentata dal Presidente Giuseppe Vanacore nella Tavola Rotonda intitolata “Quali aspettative per il paziente con MRC alla luce dei cambiamenti nel panorama sanitario” e dal Dott. Antonio Santoro nella III Sessione dedicata a “Prurito associato alla malattia renale cronica: quali novità”.
Il Presidente di ANED ha espresso un sincero ringraziamento alla SIAN per aver scelto di mettere al centro del congresso un tema così sentito e cruciale. Ha sottolineato che, per i pazienti malati cronici, l’aspettativa principale è che la malattia si adatti alla persona, evitando che questa condizioni la propria vita e quella dei familiari. È fondamentale garantire buone cure e una qualità della vita elevata, mantenendo viva la speranza nella ricerca scientifica e nel progresso tecnologico per migliorare la condizione di salute.
Nell’attuale scenario emergono due aspetti contrastanti: da un lato, le opportunità di cura, in particolare il trapianto, che consente una ripresa della funzione renale, sebbene non si possa parlare di guarigione completa; dall’altro, la possibilità di trattare i reni malati con nuovi farmaci in grado di rallentare la progressione della malattia e, in caso di diagnosi precoce, di indurre remissione nell’insufficienza renale cronica.
Il Presidente ha dichiarato che per la nefrologia si apre una stagione altamente positiva, invitando tutti gli enti coinvolti a collaborare per superare eventuali resistenze e diffondere le migliori pratiche. È fondamentale affrontare apertamente il tema della nuova nefrologia, perseguendo un approccio sistemico alla malattia renale e mettendo in discussione le pratiche che ostacolano questo obiettivo.
Ha inoltre evidenziato la necessità di risposte comuni su temi essenziali, come la gestione degli organici, poiché attualmente tutti, infermieri e medici, sono costretti a lavorare in condizioni sempre più difficili. Questo impatta in modo significativo anche sui pazienti in dialisi, che spesso non possono neppure concedersi un breve periodo di vacanza, poiché i centri di dialisi non accolgono i non residenti.
Un nuovo modello di nefrologia deve anche affrontare la necessità di sviluppare reti territoriali di cura, creando un collegamento concreto tra ospedali e territorio. È importante comunicare che la malattia renale può essere curata e che i pazienti in dialisi non sono solo un problema sociale, ma persone che meritano attenzione e possono aspirare a una migliore qualità della vita, nonostante le difficoltà.
Il Presidente ha evidenziato che si possono prevenire molti fallimenti se si sfruttano appieno le potenzialità offerte dai farmaci e dal trapianto. Attualmente, solo il 15%-17% dei dializzati è in lista d’attesa per un trapianto, mentre le stime indicano una potenziale idoneità di almeno il 20%-22%. Ciò significa che molte più persone potrebbero beneficiare di questa terapia fondamentale, che porta a un significativo miglioramento della salute. Tuttavia, i modelli organizzativi attuali risultano inadeguati: spesso le persone iniziano il percorso di iscrizione dopo l’inizio della dialisi, e i tempi per gli esami e le visite di idoneità sono troppo lunghi.
È essenziale abbandonare il vecchio percorso della malattia renale, superato in molte realtà della nefrologia, per puntare al trapianto preemptive, soprattutto quando è disponibile un donatore vivente. Il trapianto riduce del 70% il rischio di mortalità e ha dimostrato di funzionare efficacemente sia nel caso di donatori viventi che deceduti.
Infine, il Presidente ha sottolineato l’importanza di una convergenza tra SIAN, SIN e ANED, sulla quale l’Associazione intende investire concretamente. È un momento propizio, in particolare grazie alla recente firma del Ministero della Salute del PPDTA, che ha rinnovato le linee guida del 2014, ponendo l’accento sulla prevenzione. Questo approccio si allinea con il disegno di legge in discussione alla Camera dei Deputati, che, se approvato, fornirà uno strumento normativo nazionale per facilitare la diagnosi precoce attraverso screening mirati sulla popolazione adulta a rischio. Questo è l’unico modo per evitare che le persone giungano alla visita nefrologica quando è ormai troppo tardi.