Veneto, al via la lotta per il riconoscimento del rimborso sui trasporti

Tutti i pazienti del Veneto godono del trasporto gratuito verso gli ospedali per sottoporsi alla dialisi. Tutti, ad eccezione di quelli dell’ULSS 7, è quanto denuncia Maria Luisa Quaranta, Consigliera Nazionale e Responsabile per il Nord-Italia ANED.

Il tema è quello del trasporto in ospedale dei pazienti che devono sottoporsi alla dialisi, più volte a settimana. Un servizio che, fino ad aprile 2022, nell’ULSS Pedemontana era stato svolto, su appalto, da una ditta privata; l’Azienda Sanitaria aveva, poi, affidato il compito alla Croce Rossa ma, dal 1° giugno scorso, i termini sono cambiati.

Dalla gratuità al rimborso parziale. Così, senza dare informazioni tempestive e senza dare la possibilità ai pazienti di organizzarsi. Questo modo di gestire la Sanità Pubblica è inaccettabile“. È il commento di Chiara Luisetto, Consigliera Regionale del PD, sul servizio di trasporto per gli utenti dell’ULSS 7 Pedemontana che devono sottoporsi a dialisi.
C’è chi, con la sola indennità di accompagnamento, si è ritrovato dal giorno alla notte abbandonato! Una discriminazione che avviene tra le fasce deboli: da un lato si riconosce il costo del trasporto ai soli non autosufficienti, mentre agli altri viene dato un rimborso parziale. Così, i pazienti vengono informati a cose fatte e in modo sbrigativo. Uno scenario che ci riporta a una sanità sempre più distante dai bisogni di chi è più fragile“.
Conclude Chiara Luisetto: “Credo sia doveroso che la Regione intervenga dando risposte a questi pazienti

Come puntualizzato da Maria Luisa Quaranta: Quello dei dializzati è un trasporto sanitario e deve essere rimborsato al 100%; queste persone non possono essere costrette a pagare per sottoporsi ad una terapia salvavita: il viaggio deve essere considerato parte della terapia.

Gli attuali parametri stabiliscono che al paziente sia corrisposto un quinto del costo della benzina moltiplicato per i chilometri che separano la sua casa dall’ospedale. Tariffe che secondo la Croce Rossa di Schio e Thiene non sono sufficienti. Dall’ULSS 7 spiegano che l’Azienda garantisce il trasporto gratuito per i soggetti non autosufficienti, mentre a tutti gli altri viene riconosciuto un contributo economico.

Anche il Presidente di ANED, Giuseppe Vanacore, è intervenuto sulla questione: “Il trasporto di un paziente dializzato è sottoposto a rigide regole sanitarie ed è deciso dal medico nefrologo curante, non dal malato.
Purtroppo il Direttore dell’AUSS 7, sta colpevolmente ignorando che il trasporto dialisi è una prestazione sanitaria, ecco perché il diritto al rimborso chilometrico è appannaggio soltanto dei pazienti che decidono volontariamente di farsi trasportare da un proprio familiare. Chi non fa questa scelta, per qualsiasi motivo, ha diritto al trasporto gratuito non in ragione della condizione fisica, ma perché è un malato terminale in terapia salvavita.
E il vettore che ne garantisce il trasporto – che è obbligato ad essere dotato di precisi requisiti tecnico-sanitari per garantire la sicurezza dei malati – deve essere rimborsato al 100% e non con 1/5 del costo del carburante
“.
Continua il Dott. Vanacore: “Nella legge non vi è traccia di ciò che afferma il Direttore Carlo Bramezza!
Caro Direttore, non siamo noi che chiediamo deroghe, al contrario ci troviamo di fronte alla negazione di un diritto messa in atto con un astuto e capzioso aggiramento della legge, per risparmiare quattro soldi sulla pelle dei malati. E’ questo che si vuole fare? Lo si dica chiaro, senza ipocrisie e si abbia il coraggio di sostenerlo a viso aperto di fronte all’opinione pubblica. Noi che abbiamo chiaro che si viola un diritto, non lo possiamo consentire e ci batteremo perché questo non avvenga
“.

La situazione è sicuramente spinosa, ma ANED è pronta a combattere perché il diritto al trasporto venga riconosciuto a tutti i pazienti dializzati; ci auguriamo davvero che si apra un serio dialogo con le Istituzioni nel prossimo periodo, per permettere a tutti i malati di esercitare i propri diritti e uscire dall’incubo dell’abbandono e dell’indifferenza che chi dirige l’ULSS 7 ha finora provocato.

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